Sveja #787 Roma al tempo del crollo del modello Milano
Tra cantieri aperti, speculazione edilizia, micro e macrocriminalità
La notizia che oggi è più in alto nei giornali che parlano di Roma è quella del ritrovamento di ossa umane a via La Monachina. Questo ritrovamento inquietante fa il paio con quello che c'era stato il 12 luglio ai Castelli Romani. Sembra una metafora per come guardiamo alle città d'estate, quando si svuotano, e emergono gli aspetti inquietanti e dolorosi che non riescono a vedersi quando la città invece si autonarra come un organismo efficiente in pieno sviluppo.
Oggi è difficile raccontare Roma senza tenere conto del crollo del modello Milano. Non soltanto l'inchiesta giudiziaria che ha mostrato la corruzione endemica nella relazione tra amministrazione edilizia privata, ma la crisi di un immaginario di modernità e progresso che ha coperto per anni una speculazione urbanistica che ha significato esclusione e invivibilità per moltissimi abitanti.
Quanto Roma ha voluto e vuole assomigliare a quel modello Milano? È questa una domanda che è giusto non eludere a partire dalla questione della costruzione del nuovo stadio della Roma o dalla ricognizione di quali sono le reali possibilità di accesso dei cittadini ai servizi, al tempo libero, e alla città in generale.